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Aspettando il BIF&ST. Müller a Bari

Il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Marco Müller, ha tenuto  venerdì 13 novembre, dalle 11 alle 13 nell’Aula I di Palazzo Ateneo (secondo piano), la prima delle tre conferenze – aperte a tutti – sul tema “Fare festival” organizzate da Felice Laudadio e dall’Apulia Film Commission nell’ambito della manifestazione “Aspettando il Bif&st”, il Bari International Film&Tv Festival che si svolgerà a Bari dal 23 al 30 gennaio in collaborazione con l’Università degli Studi, promosso dalla Regione Puglia-Assessorato al Mediterraneo e dal Comune di Bari con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia.

Nato a Roma il 7 giugno 1953 da genitori italo-svizzeri (padre) e italo-brasiliani-greco-egiziani (madre) Müller, dopo un periodo di formazione universitaria e post-universitaria (1971-1975: studi di orientalismo e antropologia in Italia; 1975-77: specializzazione e dottorato di stato in Cina), avvia un’attività di ricerca e insegnamento in Italia (1977-1980: ricerche sul campo, pubblicazioni di etnologia, etnomusicologia e antropologia visiva; seminari, corsi universitari di etnomusicologia).

Dal 1980 intraprende l’attività di critico e storico del cinema. A partire dal 1982 e fino a oggi, crea e dirige collane di libri di cinema presso diversi editori (in Italia, Paesi Bassi e Svizzera), cura personalmente pubblicazioni monografiche e scrive regolarmente saggi e articoli sul cinema.

Autore e sceneggiatore di documentari sul cinema (per la RAI e la Televisione svizzera romanda), tra il 1982 e il 1989 inizia le sue prime collaborazioni come assistente e attore sui set: il francese Jean Rouch e l’hongkonghese Allen Fong.

Dal 1978 prende progressivamente forma il suo nuovo profilo di “fabbricante di festival”. Dopo aver collaborato con diversi festival europei (anche come curatore di programmazioni monografiche), crea e dirige nel 1982 a Torino il primo grande festival del capoluogo piemontese, “Ombre elettriche” (una grande retrospettiva della storia del cinema cinese in 135 film), passando poi alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro) come responsabile della programmazione prima (1983-1985), e poi come direttore (dal 1986 al 1989). Collabora in varie forme alle selezioni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 1980 al 1994 (in particolare per le selezioni di film asiatici).

Dal 1989 al 1991 è direttore del Festival di Rotterdam e in quel contesto crea lo Huub Bals Fund e il Coproduction Workshop (ora denominato “Cinemart Projects”), due strumenti che svolgeranno un ruolo importante in Europa e nel mondo, nell’assicurare sostegno finanziario e “culturale” ai progetti di cinema indipendente del Sud e dell’Est.

Dal 1991 al 2000 dirige il Festival internazionale del film di Locarno, rinnovandone dalle fondamenta i criteri di programmazione: accanto alle numerosissime “rivelazioni” di registi poi divenuti famosi, si distingue il lavoro di fondo sulle retrospettive: il complesso di proiezioni e dibattiti animate da Jean-Luc Godard attorno alla prima mondiale del complesso delle sue Histoire(s) du cinéma; la revisione incrociata di 50 anni di “cinema americano vista dai suoi autori” firmata da Coppola, Scorsese, Eastwood, Allen, Bigelow, Jarmusch, Carpenter, Lynch, Van Sant, Ferrara, Woo e altri “grandi” del cinema USA (che scrivono tutti un testo originale per un libro pubblicato nella collana Actes Sud Cinéma diretta da Thierry Fremaux); l’integrale di Joe Dante completata dal panorama dei registi “seconda generazione” della scuola di Roger Corman; le prime e mai replicate vere integrali di Marco Bellocchio (con la prima mostra dei suoi schizzi e disegni preparatori per il cinema), Abbas Kiarostami (con la prima mostra dei suoi acquarelli e delle sue foto) e Youssef Chahine; la scoperta di 30 capolavori del cinema sovietico, fatti sparire dalla censura e mai “liberati”.

Parallelamente alla sua attività di direttore della storica manifestazione sulle rive del Verbano, crea e dirige tra il 1992 e il 2002 la Fondazione Montecinemaverità (che rielabora alla luce delle nuove prospettive di cooperazione cinematografica i presupposti dello Huub Bals Fund).

Tra il 1998 e il 2002 svolge l’attività di responsabile del Dipartimento Film e Video di Fabrica (centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton), dove si occupa della formazione di nuovi cineasti e videasti. In questo contesto si precisa il suo nuovo profilo di produttore cinematografico – per Fabrica Cinema, la struttura di produzione che crea a fianco del Dipartimento. Tra le sue produzioni, due cortometraggi di borsisti di Fabrica (Afterwords, Venezia 2000, e Prima esperienza di morte, Cannes 2002) e nove lungometraggi: tre sono i film coprodotti, Viaggio verso il sole di Yesim Ustaoglu (Turchia), due premi a Berlino 1999; Moloch di Aleksander Sokurov (Russia), premio per la sceneggiatura a Cannes 1999; Adanggaman di Roger Gnoan M’Bala (Costa d’Avorio), Venezia 2001, due premi al festival panafricano di Ouagadougou 2000; sei sono i film prodotti, Diciassette anni di Zhang Yuan (Cina), premio per la regia a Venezia 1999; Lavagne di Samira Makhmalbaf (Iran), premio speciale della giuria a Cannes 2000; La bestia dalle sette teste di Lais Bodansky (Brasile), premio dei giovani a Locarno 2000 e 32 premi in Brasile e in America Latina; No Man’s Land di Danis Tanovic (Bosnia), premio per la sceneggiatura a Cannes 2001, Oscar 2002 per il miglior film straniero; Il voto è segreto di Babak Payami (Iran), premio per la regia a Venezia 2001; L’angelo della spalla destra di Jamshed Usmonov (Tagikistan), Cannes 2002 (Premio della critica al London Film Festival, Premio Speciale della Giuria al Filmex di Tokio).

Dopo un’interruzione di un anno (passato a consolidare le sue due nuove case di produzione, Downtown Pictures in Italia e Riforma Film in Svizzera), riprende dal gennaio 2004 l’attività di Direttore di Fabrica Cinema. Dalla primavera 2002 all’aprile 2004 è stato Presidente di Downtown Pictures (Bologna), nuova casa di produzione e centro di iniziative audiovisive a tutto campo, ma con un’attenzione particolare per i nuovi cineasti e le nuove realtà del cinema e degli audiovisivi. La sua prima produzione per Downtown è il film turco-greco-cipriota Çamur (Fango) di Darvish Zaim (Premio UNESCO, Venezia 2003), a cui seguono Solnce (Il sole/The Sun) di Aleksandr Sokurov (Berlino 2005), Face Addict (id.) di Edo Bertoglio (Locarno 2005), Kanshangqu hen mei (La guerra dei fiori rossi/Little Red Flowers) di Zhang Yuan (Sundance/Berlino 2006) e, prodotto assieme ad Angelo Curti di Teatri Uniti, Grido di Pippo Delbono (Cinema-Festa di Roma, 2006). Nella primavera del 2009 sarà, per la OneArt di Bruno Benetti, il produttore creativo di 5 Numero Perfetto di Egidio Eronico (dall’omonimo romanzo a fumetti di grande successo firmato da Igort). Nell’inverno 2002, inoltre, è per sua iniziativa che nasce a Bologna la Fondazione Officina Cinema Sud Est, costruita sul modello delle due fondazioni che aveva creato e diretto nei Paesi Bassi e in Svizzera. La Fondazione (di cui è stato Vice Presidente sino all’aprile 2004) si propone di stimolare la crescita di partenariati tra l’industria cinematografica italiana e il cinema dei paesi del Sud e dell’Est. Mario Botta lo chiama nel 2002 a tenere il corso di Storia dell’Arte (Storia delle forme cinematografiche) presso l’Accademia d’Architettura dell’Università della Svizzera italiana. I suoi corsi si sono sviluppati negli anni sino a dar forma al progetto di un Istituto di Production Design.
All’Accademia è attualmente titolare della cattedra di Stili e Tecniche del Cinema e insegna Storia del Cinema presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).

All’inizio dell’estate 2003 costituisce in Svizzera, assieme a un gruppo di “business angels”, una casa di produzione elvetica, la Riforma Film (Lugano). Questo gli consente di dar vita, assieme ad altri quattro produttori ticinesi, all’APICE, raggruppamento di produttori indipendenti svizzeri di lingua italiana. Per la Riforma Film, che ha lasciato nel 2007, ha sviluppato Le Valli della Paura, primo lungometraggio del ticinese Mihaly Gyorik. Nel corso del 2003, elabora il progetto del “Barbarano Cine Lab”, laboratorio pratico-teorico di cinema da lui diretto, che ha tenuto i suoi corsi e officine tra la primavera 2004 e la fine inverno 2005 a Barbarano Romano (VT), con il sostegno della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e del Fondo Sociale Europeo.

Dall’aprile 2004 è il direttore del Settore Cinema della Fondazione La Biennale di Venezia e il direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Per il suo contributo alla scoperta e alla diffusione di cineasti e cinematografie è stato insignito di numerosi premi. Nell’ultimo biennio (2007-2008) i maggiori riconoscimenti ottenuti sono stati: il Premio per il contributo alla conoscenza e alla diffusione del cinema russo (Sochi 2007), il Premio per la Personalità dell’anno della Fondazione del Centenario (Lugano 2007), il Premio delle Lettere e delle Arti della Fondazione del Giappone (Tokyo 2008).