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Il nascente polo del cinema digitale di Mola di Bari

Fra pochi anni – secondo le previsioni degli addetti ai lavori – il cinema e l’audiovisivo in generale cambieranno radicalmente pelle, o meglio pellicola, che infatti scomparirà. E’ già accaduto con le macchine fotografiche, ormai da tempo. Non se ne vendono quasi più che non siano digitali. Il famoso “rullino” da 24 o 36 pose è ormai introvabile. E tutti ci siamo adattati alla nuova tecnologia che trova nel computer e nelle stampanti, nei telefoni cellulari e nel WEB i propri naturali complementi. Allo stesso tempo sono scomparse le piccole cineprese da 8 e Super8, sostituite da sofisticati congegni digitali quali i telefonini capaci di realizzare riprese “cinematografiche” e naturalmente dalle ormai diffusissime telecamerine in alta definizione, le famose handycam, ultimo strumento per registrare la realtà ma anche storia e memoria.

Il cinema – soprattutto quello americano, ma anche indiano, inglese e, in piccolo per ora, italiano – sta facendo la sua parte. Il processo di riconversione, di passaggio dall’analogico al digitale, è ormai in corso ed è ormai inarrestabile. Ma fare cinema digitale è molto più complesso che usare una handycam. Richiede forti competenze, profonde conoscenze tecnologiche, grandi capacità di controllo e di sfruttamento dei mezzi, tutte al servizio della creatività. Per acquisirle occorre studiare, formarsi, approfondire, specializzarsi. In Italia si è fatto poco o nulla in questa direzione e, come sempre, gli americani, i giapponesi, gli indiani sono di gran lunga più avanti di noi.

Nasce da questa esigenza di adeguamento al futuro tecnologico prossimo venturo – come annunciato a Venezia dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola – il progetto di creare un Polo del cinema digitale per la formazione di nuovi quadri capaci di dominare integralmente gli strumenti del digitale applicati al cinema e all’audiovisivo nei settori della produzione, della regia e della sceneggiatura, della fotografia, del montaggio, dell’ingegneria del suono, della scenografia. E questo centro d’eccellenza – promosso dalla Regione Puglia e sostenuto dalla Unione Europea e dal Comune di Mola di Bari sulla base di un modello elaborato da Felice Laudadio – troverà la sua allocazione a Mola di Bari, un comune di 27.000 abitanti a 20 km dal capoluogo e dal suo aeroporto, dove si sta progettando la creazione di un campus di alti studi tecnologici che troverà la sua sede nel settecentesco Palazzo Roberti (creato dagli allievi del Vanvitelli, progettista della Reggia di Caserta), dotato di 99 stanze che saranno trasformate in laboratori, aule, salette di proiezione, studi digitali e, in parte, in residenceper i docenti, i visiting professor, gli allievi che vi studieranno per i tre anni di frequenza obbligatoria, secondo i risultati emersi al termine dello studio di fattibilità supportato dai Ministeri per lo Sviluppo Economico e per i Beni e le Attività Culturali, dal programma Sensi Contemporanei della Biennale di Venezia, dall’Assessorato regionale al Mediterraneo e dal Comune di Mola di Bari.

Accanto a questa sorta di “università” del cinema e dell’audiovisivo digitali nasceranno anche un teatro di posa, insediato in un antico mattatoio in riva al mare, e un centro di post-produzione sistemato in un altro edificio storico della città appena restaurato, la ex Scuola Marittima, che costituiranno il versante business del progetto aperto alle produzioni italiane e internazionali di cinema e di fiction: appunto il Polo del cinema digitale, integrato nel piano strategico del “Sistema Cinema Puglia” che, per iniziativa della Regione Puglia e del suo Assessorato al Mediterraneo, ha portato alla recente costituzione della Apulia Film Commission, del BIF&ST e, prossimamente, dei Cineporti di Bari e Lecce e del primo circuito italiano di sale cinematografiche di qualità in ambito regionale.